Come curare il Black-rot della vite
Il Black-rot della vite (o marciume nero dell’uva) è una malattia fungina che, se non trattata, può perdurare per diversi anni.
Inizialmente si manifesta con lesioni circolari di colore giallastro sulle foglie giovani. Queste, diffondendosi, diventano marroni e originano corpi fungini simili a piccolissimi grani di pepe. Col progredire dell’infezione, le lesioni possono avvolgere il picciolo delle singole foglie, soffocandole. Da ultimo, il fungo colpisce i germogli causando grandi lesioni ellittiche di colore scuro.
Originario dell’America del Nord, giunto in Francia sul finire del XIX secolo, il Black-rot si è diffuso poi nel resto dell’Europa. In Italia non è particolarmente frequente ma, laddove è stato individuato, ha causato danni variabili: in alcuni casi ha condotto ad una significativa perdita della produzione, in altri casi non ha provocato conseguenze negative né sulla quantità né sulla qualità del prodotto. Tuttavia, poiché nelle zone umide non è così raro e può cogliere impreparati gli agricoltori, è importante riconoscerlo per sapere come trattarlo.
Quali sono i sintomi del Black-rot o Marciume nero
I sintomi del Black-rot possono essere individuati sulle foglie, sugli acini e sull’intero grappolo.
Sebbene i sintomi delle foglie siano i più evidenti, il vero danno deriva dai sintomi della frutta. Spesso, infatti, gli acini crescono per metà prima di iniziare a mostrare segni di infezione: le piccole lesioni marroni delle foglie iniziano ad apparire sull'uva, originando aree morbide che marciscono in pochi giorni. Ciò che resta dell’acino si avvizzisce, trasformandosi in un frutto minuscolo e duro che somiglia all'uvetta ed è coperto di corpi fruttiferi fungini.
A seconda della parte di vite colpita, il Marciume nero presenta la seguente sintomatologia:
- sulle foglie compaiono macchie necrotiche di forma tonda: grandi da pochi millimetri a qualche centimetro, hanno il corpo marrone e bordi tendenti al viola. Per capire se si tratta effettivamente di Black-rot, è possibile cercare le piccole pustole scure tipiche della malattia;
- gli acini sono la parte più colpita dal Marciume nero: si disidratano e si mummificano, assumendo una tinta marroncino chiaro. Anche su di essi compaiono le tipiche pustole nere;
- inizialmente, gli acini affetti da Black-rot sono isolati: piano piano crescono però di numero, andando ad occupare l’intero grappolo.
Non è una malattia che si esaurisce presto, il Black-rot. Anzi, sia le pustole nere (picnidi) che gli acini avvizziti fungono da focolai e propagano l’infezione, grazie all’aiuto dell’umidità, delle piogge anche lievi e dell’innaffiatura. A partire dal germogliamento in primavera e fino alla metà di luglio, la pioggia apre gli aschi contenuti nei periteci andando a liberare le ascospore che, trasportate dal vento, arrivano sulle foglie e sui frutti originando un’infezione primaria (l’incubazione può durare da 8 a 28 giorni). Compaiono dunque macchie su cui si formano i contagiosi picnidi, i cui conidi sono responsabili delle infezioni secondarie che si originano per l’intera stagione calda, quando piove.
Come si cura il Black-rot: prodotti e trattamenti
Le condizioni ideali per la diffusione del Marciume nero sono le temperature comprese tra 20 e 26°C: bastano 6-7 ore di bagnatura delle foglie affinché si verifichi l'infezione.
Ma come si cura il Black-rot della vite? Innanzitutto, prima che di cura, è necessario parlare di prevenzione. Arieggiare la chioma, asportare gli acini e i grappoli infetti, così come i rimasugli di potatura, è fondamentale. È possibile poi mettere in atto una strategia di lotta antiperonosporica (generalmente col rame) o antioidica (generalmente con lo zolfo). Utili a combattere le infezioni in corso sono infine i prodotti con difenoconazolo, fenbuconazolo, miclobutanil, penconazolo, tetraconazolo e trifloxystrobin.
Il principale aspetto è però rappresentato dall’igiene. Sebbene siano disponibili numerosi fungicidi per la gestione del Marciume nero, l'importanza delle condizioni igienico-sanitarie non può essere sottovalutata: un’adeguata pulizia è capace di limitare la quantità di inoculo di Marciume nero nel vigneto. In particolare, la rimozione delle canne infette attraverso la potatura durante la stagione dormiente ridurrà il livello di inoculo durante lo svernamento. Tuttavia, la parte della vite più contagiosa è rappresentata dagli acini e dai grappoli avvizziti, che possono cadere a terra nel vigneto oppure essere trattenuti dalla chioma. La rimozione delle mummie dalla chioma, e dei tralci colpiti, è un passaggio chiave. Altri strumenti di lotta preventiva sono rappresentati dalle lavorazioni del terreno prima che la vegetazione riprenda e dalla rincalzatura primaverile dopo il primo trattamento contro il Marciume nero.
Anche le migliori pratiche igienico-sanitarie lasceranno però, inevitabilmente, qualche inoculo nel vigneto, il che rende necessario l’impiego dei fungicidi. Poiché la produzione di spore raggiunge il picco appena prima del periodo di fioritura, il periodo migliore in cui utilizzarli va dai giorni immediatamente precedenti fino a due settimane dopo l’inizio della fioritura.